Spaghetti al nero di Seppia


Spaghetti al nero di Seppia

Un classico intramontabile: spaghetti con il ‘nero di seppie’. Il ‘bon ton’ sconsiglia di servirla a cena per non ritrovarsi tutti con la bocca ‘nera’, ma sapete che c’è?
E’ buonissima e io la faccio spesso ai miei ospiti che, come capita di frequente, la mangiano da me per la prima volta in assoluto: nessuno si è mai lamentato di avere la bocca nera sempre.In Sicilia, è un piatto molto richiesto nei ristoranti: io ho preparato gli spaghetti alla chitarra, che sono perfetti per questo sugo, ma anche le linguine si sposano benissimo. In più, è una ricetta che può essere anche un piatto unico perché, almeno in questa versione, a condirla non c’è solo il ‘nero’ ma tantissimi pezzi di seppia… provare per credere.

  •  cucchiai di concentrato di pomodoro
  • mezzo bicchiere di vino bianco secco
  • una cipolla dorata
  • 350 grammi di spaghetti alla chitarra
  • olio extravergine di oliva quanto basta
  • un piccolo pezzo di peperoncino
  • sale quanto basta

Fase di preparazione

  • Tritare finemente la cipolla e mettetela in una piccola pentola con 5 cucchiai di olio: farla appassire lentamente (se necessario aggiungere poca acqua calda) a fuoco basso finché non diventa trasparente. Nel frattempo, tagliate le seppie e le loro code a strisce e pezzi sottili; metterle nella pentola, alzando il fuoco.
  • Farle soffriggere bene da tutte le parti e sfumare con il vino bianco.
  • Unire il concentrato di pomodoro, il pezzo di peperoncino e il nero delle seppie: spremete piano (questo inchiostro macchia in maniera molto intensa) la vescica che contiene il nero sopra le seppie e mescolate.
  • Il sugo si tingerà di un colore nero molto denso.
  • Fate cuocere a fuoco basso per circa 15-20 minuti: assaggiate prima di aggiungere il sale perché il ‘nero’ della seppia è naturalmente salato, attenti quindi a non esagerare.
  • Lessate la pasta in abbondante acqua salata e scolatele ‘al dente’.
  • Condire con il sugo amalgamando il tutto con un filo di olio d’oliva extravergine. Impiattare e  servire bollenti, avendo cura di guarnire i piatti con abbondanti pezzi del ragù di seppia.

 

L’ABBINAMENTO:

  • Cosa c’è di meglio di un bianco siciliano con questo piatto che troviamo in tutte le coste della Sicilia?
  • Vi proponiamo un Catarratto (vitigno autoctono) prodotto da uve biologiche della giovane azienda vitivinicola Quattrocieli, di Alcamo (Trapani).
  • Sapido, fresco, con profumi floreali intensi, è un vino che si abbina bene a questa ricetta dal gusto pienamente mediterraneo e, soprattutto, siciliano.

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